Finanziamento a fondo perduto per la presentazione di proposte di intervento per il restauro e la valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale.

Descrizione completa del bando

L’Avviso è volto a sostenere progetti di restauro e valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale di proprietà di soggetti privati e del terzo settore, o a vario titolo da questi detenuti, per garantire che tale patrimonio sia preservato e messo a disposizione del pubblico. Saranno ammissibili anche progetti che intervengano su beni del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale di proprietà pubblica, dei quali i soggetti privati e del terzo settore abbiano la piena disponibilità.

Soggetti beneficiari

Possono presentare domanda di finanziamento persone fisiche e soggetti privati profit e non profit, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, enti del terzo settore e altre associazioni, fondazioni, cooperative, imprese in forma individuale o societaria, che siano proprietari, possessori o detentori a qualsiasi titolo di immobili appartenenti al patrimonio culturale rurale.

Sono ammissibili anche progetti che intervengano su beni del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale di proprietà pubblica e di cui i soggetti privati, profit e non profit, enti del terzo settore e altre associazioni ne abbiano la piena disponibilità.

Tipologia di interventi ammissibili

Gli interventi proposti dovranno essere idonei a generare un tangibile miglioramento delle condizioni di conservazione, nonché produrre un positivo impatto in termini di valorizzazione di specifiche tipologie di edifici appartenenti al patrimonio edilizio rurale. Le tipologie di architettura rurale sono individuabili negli edifici ed insediamenti storici che siano testimonianze significative della storia delle popolazioni e delle comunità rurali, delle rispettive economie agricole tradizionali, dell’evoluzione del paesaggio. Rientrano in questa definizione:

 

a) edifici rurali: manufatti destinati ad abitazione rurale o destinati ad attività funzionali all’agricoltura (mulini ad acqua o a vento, frantoi, caseifici, scuole rurali, ecc.), che abbiano o abbiano avuto un rapporto diretto o comunque connesso con l’attività agricola circostante e che non siano stati irreversibilmente alterati nell’impianto tipologico originario, nelle caratteristiche architettonico- costruttive e nei materiali tradizionali impiegati;

b) strutture e/o opere rurali: i manufatti che connotano il legame organico con l’attività agricola di pertinenza (fienili, ricoveri, stalle, bassi servizi, essiccatoi, forni, pozzi, sistemi idraulici, fontane, abbeveratoi, ponti, muretti a secco e simili);

c) elementi della cultura, religiosità, tradizione locale: manufatti tipici della tradizione popolare e religiosa delle comunità rurali (cappelle, chiese rurali, edicole votive, ecc.), dei mestieri della tradizione connessi alla vita delle comunità rurali, ecc.

Non sono ammissibili le operazioni riguardanti beni localizzati nei centri abitati.

I finanziamenti dovranno essere finalizzati alla realizzazione di interventi che abbiano come oggetto opere materiali riconducibili alle seguenti tipologie:

– Risanamento conservativo e recupero funzionale di insediamenti agricoli, edifici, manufatti e fabbricati rurali storici ed elementi tipici dell’architettura e del paesaggio rurale, coniugati, ove opportuno, ad interventi per il miglioramento sismico e dell’efficienza energetica nonché volti all’abbattimento delle barriere architettoniche;

– Interventi di recupero funzionale e riqualificazione di immobili accatastati nella categoria F/2 (unità collabente) finalizzati ad un utilizzo con permanenza di persone e relativa riqualificazione della categoria catastale;

– Interventi di manutenzione del paesaggio rurale;

– Allestimento di spazi da destinare a piccoli servizi culturali, sociali, ambientali turistici (escluso l’uso ricettivo), per l’educazione ambientale e la conoscenza del territorio, anche connessi al profilo multifunzionale delle aziende agricole.

Nel quadro delle tecniche adottate per gli interventi di restauro e adeguamento strutturale, funzionale e impiantistico, dovranno essere privilegiate le soluzioni eco-compatibili e il ricorso all’uso di fonti energetiche alternative.

Risultano ammissibili le seguenti spese di investimento:

a. spese per l’esecuzione di lavori o per l’acquisto di beni/servizi, compreso l’acquisto e installazione di impianti tecnici;

b. spese per l’acquisizione di autorizzazioni, pareri, nulla osta e altri atti di assenso da parte delle amministrazioni competenti;

c. spese tecniche di progettazione (ivi comprese quelle per la stesura di un piano di gestione ove previsto), direzione lavori, coordinamento della sicurezza e collaudi, opere d’ingegno, nel limite massimo del 10%;

d. imprevisti (se inclusi nel quadro economico);

e. allacciamenti, sondaggi e accertamenti tecnici;

f. spese per attrezzature, impianti e beni strumentali finalizzati anche all’adeguamento degli standard di sicurezza, di fruibilità da parte dei soggetti disabili, piattaforme e ausili digitali alla visita;

g. spese per l’allestimento degli spazi in cui si svolgono le iniziative, per materiali e forniture, spese di promozione e informazione;

L’imposta sul valore aggiunto (IVA) è un costo ammissibile solo se questa non sia recuperabile.

Entità e forma dell’agevolazione

Le risorse disponibili ai fini del presente Avviso sono complessivamente pari a euro 28.765.741,18.

il contributo è concesso, fino ad un massimo di 150.000,00 euro come forma di cofinanziamento per un’aliquota del 80%. Il contributo è portato al 100% se il bene è oggetto di dichiarazione di interesse culturale, fermo restando la soglia massima di 150.000,00 euro. Verranno presi in considerazione unicamente interventi aventi una soglia minima di investimento di 20.000 euro.

Scadenza

La presentazione delle domande deve avvenire entro le ore 16:55 del giorno 20.05.2022.

La scadenza dei termini di presentazione delle domande è prorogata al 15 giugno 2022 ore 16.55

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